Cq1, le casette temono mole e ombra
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Cq1, le casette temono mole e ombra | Marino Molinaro | 8 October 2012 |
Il promotore del centro di quartiere delle Semine replica alle opposizioni e ribadisce il rispetto di tutte le norme di Pr.
I confinanti con pannelli fotovoltaici lamentano la sparizione di due ore di sole.
Vivere all’ombra del Centro di quartiere 1 di Bellinzona, il cosiddetto Cq1. Non solo in senso lato, ma anche di fatto. E’ il destino temuto dalla decina di confinanti, proprietari delle vicine casette a schiera, che durante l’estate hanno inoltrato opposizione alla domanda di costruzione sollevando più obiezioni nei confronti del progetto elaborato dall’architetto Raffaello Molina. Una di queste riguarda anche il fatto che il vasto complesso residenziale, lungo 116 metri e dotato di 42 appartamenti per un’altezza variabile fra i 13,5 e i 19,5 metri, toglierebbe il sole ai vicini.
Dal canto suo l’istante, la società zurighese Sky Buildings, tramite l’avvocato Valerio Reichlin nelle osservazioni inviate al Municipio evidenzia che avere il Cq1 come vicino può comportare forse qualche svantaggio, compensato però da una serie di vantaggi, contestualmente col “disegno pianificatorio voluto dal Comune”. L’impatto “altro non è che la conseguenza di quanto ammesso dal piano regolatore per la zona del Cq1” e approvato dal Tribunale amministrativo cantonale nel 2009. Gli opponenti “non possono ora rimettere in discussione quanto previsto e consolidato a livello di Pr”. Detto altrimenti, il progetto “va valutato globalmente, in rapporto all’intero comparto delle Semine, e non solo in relazione al quartiere caratterizzato da casette monofamiliari”. Il Cq1 infatti “costituisce un punto di riferimento e di aggregazione sociale attraverso la concentrazione di spazi a carattere amministrativo, commerciale e artigianale compatibili con l’abitazione, unitamente con la prossimità della chiesa e del futuro centro parrocchiale”. D’altronde lo stesso Ufficio cantonale della natura e del paesaggio ha valutato il Centro di quartiere “positivamente dal profilo dell’impostazione urbanistica e architettonica”.
Andando nei dettagli, evidenzia il legale dell’istante, rispetto all’altezza massima consentita di 19,5 metri, la parte di tetto in corrispondenza con le case degli opponenti varia dai 13,5 ai 16,5 metri. In estensione, peraltro, il progetto “usa solo una parte del bonus sull’indice di sfruttamento”. Inoltre, pure presentandosi come un blocco unico, l’edificio è caratterizzato da diversi spazi e canali che intervallano i cinque blocchi. “Non è dunque un casermone con fronte unico”, considerato anche che al pianterreno, dove sono inseriti i servizi di quartiere, sono previsti anche ampi porticati alti fino a 6 metri. L’intera aria esterna, eccetto i 21 posteggi per fornitori e visitatori, è destinata a parco pubblico e pista ciclopedonale. Tutti i posteggi dei residenti sono diventati sotterranei, mentre l’impianto di riscaldamento è stato sostituito dall’allacciamento al teleriscaldamento proveniente dall’inceneritore di Giubiasco.
Tornando alle aree lasciate in ombra, nelle osservazioni il legale della Sky Buildings, spiega che all’equinozio “le perdite d’insolazione mattutina provocate sulle case esistenti non supereranno le due ore, limite tollerato dalla giurisprudenza”. Restrizioni sono ammesse “soltanto in casi particolari, quando la salubrità degli insediamenti non può essere altrimenti garantita”. Ma nel caso in questione “il parziale ombreggiamento non è certo suscettibile di compromettere la salubrità delle case esistenti”. Tema questo, peraltro, su cui il Pr cittadino è silente. Non pone dunque limitazioni. E anche i confinanti che hanno nel frattempo posato pannelli solari sui loro tetti, conclude l’avvocato Reichlin, “avrebbero dovuto tener conto delle possibilità edificatorie del Cq1 ammesse dal Pr”.