Il Milano da albergo ad appartamenti
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Il Milano da albergo ad appartamenti | Marino Molinaro | 15 January 2011 |
Faido, sfumata l’idea del centro wellness, lo storico hotel diventerà residenziale mantenendo l’attuale involucro.
Vi troveranno posto sette appartamenti e un ristorante.
Il fermento edilizio favorito da tassi ipotecari ancora molto bassi, nonostante i segnali recenti li diano in rialzo, trova terreno fertile anche nella valli. Vicino ala stazione ferroviaria di Faido sono in arrivo nuove unità abitative che saranno ricavate in quello che per decenni è stato il glorioso Albergo Milano. La trasformazione riguarderà i suoi interni mentre l’involucro esterno di pregio la torretta centrale saranno ripuliti ma resteranno immutati.
Edificato a fine ‘800 con l’arrivo della ferrovia, insieme al vicino Hotel Suisse aveva fatto le fortune del capoluogo medioleventinese come località turistica alpina grazie ai facoltosi clienti provenienti soprattutto dalla Lombardia; verso fine carriera, scemato l’interesse per questo tipo di turismo, il Milano era stato anche sede di fieri e mercati organizzati dalla locale associazione Milhot che faceva capo all’allora titolare del ristorante situato al pianoterreno, Roberto Bosia. Nel marzo 2000 il complesso, che col giardino occupa una superficie di 3.300 metri quadrati, confrontato con un fallimento dovuto a un eccessivo gravame ipotecario, era poi stato acquistato all’asta dal Credit Suisse di Zurigo, principale creditore, per 900 mila franchi. Banca che ha in seguito venduto l’ormai ex Albergo Milano a un privato, attuale proprietario.
Sfumata la scorsa estate l’idea del Comune di destinarlo, insieme al Suisse, alla creazione di un duplice centro wellness che avrebbe sfruttato l’acqua calda proveniente da AlpTransit, lo storico edificio che metteva a disposizione degli ospiti una quarantina di posti letto sarà ora trasformato in appartamenti. Sette in tutto, con in più al pianterreno uno spazio da destinare ancora a ristorante. Promotore e progettista è l’architetto Raffaello Molina (RM Buildings&Architecture di Lugano) che intende poi mettere in vendita gli appartamenti una volta terminata la ristrutturazione. Sempre a Faido lo stesso Raffaello Molina promuove inoltre l’edificazione di un nuovo piano di quartiere composto da otto case unifamiliari nella frazione di Balcengo.
Il Municipio mesi fa aveva scartato l’ipotesi wellness scaturita nel 2007 durante la revisione del Piano regolatore, quando si pensava di poter ridare lustro all’area attorno alla stazione intervenendo sui due edifici. I quali, insieme al progetto di golf alpino finito nel cassetto dove giace tutt’oggi, avrebbero contribuito a incrementare l’attrattiva turistica. Il Municipio e i proprietari dei due hotel – ricorda il sindaco Roland David – si sono tuttavia dovuti confrontare con insormontabili problemi tecnici, e direttamente anche finanziari, relativi alla possibilità di far giungere l’acqua calda dalla galleria. Ce n’era in abbondanza, ma l’investimento richiesto sarebbe stato difficilmente sopportabile. Ciò che ha decretato la fine di una buona idea.
Da qui la decisione del proprietario di convertire l’Albergo Milano in edificio abitativo. “Riteniamo che sia un’operazione possibile”, dichiara il sindaco. Da segnalare peraltro che nell’ampio pianterreno alcuni spazi potranno essere utilizzati per incontro, riunioni o assemblee.
Nulla si sa per contro dell’Hotel Suisse: chiuso da decenni, fino a una quindicina d’anni fa ospitava al pianterreno la fabbrica Bally e appartamenti ai piani superiori. La sua edificazione, con ornamenti liberty, risale al 1905 ad opera dell’architetto Giuseppe Bordonzotti per conto di Ferdinando Pedrini. Nel 2000 AlpTransit Sa aveva ipotizzato di insediarvi la direzione regionale dei lavori per il cantiere del secolo, abbandonando tuttavia l’idea a causa dei costi risultati eccessivi (3 milioni) per adeguare gli spazi e mettere mano al tetto.
Cq1 ALLE SEMINE – Dopo il nostro articolo di ieri sul Centro di quartiere 1 alle Semine, Raffaello Molina puntualizza che l’istante e il responsabile del progetto è lui soltanto, mentre il fratello Andrea, pure architetto, non prende in nessun modo parte all’operazione.